Dopo la prima “sforbiciata” ai circa 5.700 emendamenti presentati alla Manovra 2026, sul tavolo della Commissione Bilancio del Senato restano circa 400 proposte di modifica. Dentro questo pacchetto si nasconde una parte importante della futura politica energetica italiana: bonus casa, incentivi alle rinnovabili, Transizione 5.0, repowering degli impianti esistenti.
Di seguito gli emendamenti più interessanti per chi si occupa di energia, ambiente e riqualificazione.
Casa ed efficienza energetica: incentivi per giovani e famiglie
Sul fronte edilizio, oltre al discusso tema del condono, spuntano alcune proposte che puntano a spingere la riqualificazione energetica del patrimonio abitativo.
Incentivi per i giovani under 36
Proposta di
- ridurre il carico fiscale sull’acquisto della prima casa per i giovani under 36 con ISEE fino a 40.000 euro l’anno;
- vincolare il beneficio alla riqualificazione energetica dell’immobile, con salto di almeno due classi (da certificare tramite APE).
Ritorno del Bonus Case Green
Proposta di:
- reintrodurre il Bonus Case Green,
- una detrazione IRPEF del 50% dell’IVA pagata sull’acquisto di case nuove in classe A o B,
- valida per gli atti di compravendita firmati tra 1° gennaio e 31 dicembre 2026.
Accanto a questo, viene proposta la proroga fino al 2028 del Bonus Casa 50% per le ristrutturazioni delle prime case.
Proroga del bonus elettrodomestici
Sul versante degli apparecchi domestici, proposta di:
- estendere il bonus elettrodomestici agli anni 2026 e 2027,
- collegando l’incentivo non solo all’acquisto ma anche al riciclo dei vecchi apparecchi,
- e incrementando il budget della misura.
Un modo per spingere efficienza energetica anche negli usi quotidiani, non solo nell’involucro edilizio.
Imprese, Transizione 5.0 e nuovi incentivi green
Sul fronte produttivo, gli emendamenti cercano di coniugare competitività e decarbonizzazione.
Credito d’imposta per fotovoltaico sulle PMI
Si punta a:
- riconoscere un credito d’imposta alle PMI che installano impianti fotovoltaici sui propri edifici e pertinenze.
Il beneficio coprirebbe anche:
- audit energetici (analisi dettagliata dei consumi dell’impresa),
- rimozione dell’amianto,
- sistemi di accumulo abbinati al fotovoltaico.
Con aliquote differenziate:
- fino a 50 kW → 80% della spesa;
- da 51 a 100 kW → 65%;
- da 101 a 200 kW → 50%.
Un incentivo molto generoso, pensato per far fare alle PMI un salto deciso verso l’autoproduzione di energia rinnovabile.
Transizione 5.0 e grandi consumatori di energia
Un emendamento chiede di:
- aprire gli incentivi Transizione 5.0 anche alle imprese energivore,
- permettere la cumulabilità del credito d’imposta Transizione 5.0 con i Titoli di Efficienza Energetica (TEE), anche sullo stesso progetto.
L’obiettivo è spingere gli investimenti in efficienza anche nei settori con consumi molto elevati, dove ogni intervento ha un impatto significativo sulle emissioni.
Biocarburanti e Certificati Bianchi
Proposta di:
- includere nel sistema dei Certificati Bianchi anche i progetti che utilizzano biocarburanti liquidi sostenibili in purezza.
Sarebbe un modo per riconoscere un ruolo più forte ai biocarburanti nella strategia di decarbonizzazione industriale.
Super-ammortamento versione 4.0/5.0
Proposta di:
- semplificare il sistema di aliquote del super-ammortamento,
- passare a un regime unico con
- l’introduzione di un quarto scaglione (oltre i 20 milioni di euro) con una maggiorazione del 100%.
L’idea è rendere più chiaro e attrattivo il quadro per i grandi investimenti in tecnologie 4.0 e 5.0.
Impianti rinnovabili: sanatoria “condizionata” su terreni di uso civico
Un emendamento interviene su un tema delicato: gli impianti rinnovabili realizzati su terreni di demanio civico, spesso oggetto di contenziosi.
La proposta prevede che:
- gli interventi di revamping (ammodernamento) e repowering (potenziamento) degli impianti FER esistenti,
- anche se realizzati in passato senza preventiva sdemanializzazione o autorizzazione paesaggistica,
siano considerati consentiti, in nome:
della necessità di accelerare la transizione energetica e del superiore interesse pubblico nazionale ed europeo.
Ma con alcune condizioni importanti:
- obbligo di rimozione integrale dei manufatti dismessi e delle opere correlate,
- ripristino dello stato dei luoghi per le aree liberate, che tornano a uso civico,
- il nuovo impianto deve avere un minore consumo di suolo rispetto al precedente,
- utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e tracciati che limitino l’impatto su altri terreni civici,
- indennità di esproprio da corrispondere al Comune e vincolata a bilancio.
In sintesi: una sorta di sanatoria “verde”, ma condizionata a un miglioramento effettivo dell’impianto e alla tutela del demanio civico.
In conclusione
Gli emendamenti alla Manovra 2026 legati all’energia disegnano un possibile scenario in cui:
- la casa diventa sempre più il fulcro di politiche di efficienza e sostegno ai giovani;
- le imprese, soprattutto le PMI, vengono spinte verso l’autoproduzione da rinnovabili e l’efficienza 5.0;
- gli impianti esistenti su terreni delicati vengono ricondotti entro un perimetro di regole più chiaro, ma con una forte spinta alla transizione.
Molto dipenderà dall’esito del confronto parlamentare: se queste proposte passeranno, la Manovra 2026 potrebbe rappresentare un tassello importante nel percorso italiano verso una transizione energetica più strutturale e meno frammentata.
